Le colate in terra sono le frane più diffuse nelle aree di affioramento di terreni argillosi. Queste frane hanno di solito una forma allungata o lobata e sono caratterizzate da uno stile di movimento complesso, in cui un movimento tipo fluido viscoso è accompagnato da deformazione fragile e spostamento lungo piani di taglio basali e laterali.
Le colate in terra si possono muovere con velocità estremamente bassa (dell’ordine dei mm o cm all’anno) per periodi estremamente lunghi (decadi o secoli), quindi subire accelerazioni parossistiche in risposta ad eventi metereologici critici.
Il meccanismo di riattivazione consiste in genere di una frana iniziale per scorrimento che avviene nella parte alta del versante, e che mobilizza i depositi pre-esistenti con un meccanismo di carico non drenato.
Durante le riattivazioni principali, una colata in terra può mostrare accelerazioni molto rapide accompagnate da una fluidificazione del materiale. In questa fase si possono raggiungere velocità dell’ordine dei metri/ora.
Tramite il monitoraggio di alcune colate in terra situate nell’Appennino emiliano si cerca di documentare il processo di riattivazione di questi fenomeni.
Le misure ad oggi disponibili mettono in luce una chiara connessione tra precipitazione, velocità di movimento del corpo di frana e rigidità del materiale, fornendo nuove informazioni sul complesso comportamento di questi fenomeni franosi.