Evoluzione del paesaggio olocenico e geoarcheologia

La ricerca di contesti stratigrafici superficiali, attuata con l’ausilio della ricognizione di campagna in ambito regionale si prefigge lo scopo di incrementare e/o rianalizzare le conoscenze di dettaglio di meccanismi e dinamiche evolutive del territorio su un arco cronologico più ampio di quello usualmente preso in considerazione dalle discipline ingegneristico-pianificatorie.

Essendo il reticolo fluviale il primo agente efficace nel modellamento del territorio risulta prioritario focalizzarne anzitutto le dinamiche evolutive (paleoidrografia), conterminandole cronologicamente e stratigraficamente ed intendere le differenze nello sviluppo fisiologico di lungo periodo delle aste fluviali sia naturali (oggi impossibili a reperirsi) sia artificializzate.

Quest’ultimo si configura come obiettivo irrinunciabile quando si intenda operare induzioni corrette sulle influenze che i fattori antropico, climatico e tettonico possono esercitare su questo ambiente morfogenetico. Le interrelazioni tra aree in preminente erosione (bacini montani) ed in prevalente sedimentazione (pianura), cioè la connettività a grande scala di osservazione, risultano ancora difficile da indagare proprio per una endemica mancanza di dati in particolare nelle aree montane -nelle quali la ricognizione di superficie e le dinamiche insediative attuali non agevolano l’acquisizione di dati-,  ma anche nelle aree di pianura, ove i forti spessori sedimentari ostacolano ancora la definizione di dati “anagrafici” certi relativi all’attivazione e disattivazione degli alvei fluviali estinti. In tal senso l’analisi delle unità geomorfologiche di superficie necessita sempre di una corretta correlazione con i depositi ad esse sottesi.

Tipologie d’alveo, sviluppo delle dinamiche di alveo ed extra-alveo, trovano nella lettura geoarcheologica delle sequenze stratigrafiche un prezioso strumento analitico che contestualmente stimola quesiti e riflessioni relative all’entità dell’impatto del corpo sociale -antico ed attuale- sul territorio, alle dinamiche insediative diacroniche, alla resilienza dei siti e all’influenza reale dei mutamenti climatici sul mezzo naturale e sul popolamento umano e le sue forme.

Nell’ambito dell’analisi geoarcheologica del territorio possono configurarsi anche opportunità di recupero di indicazioni archeosismologiche, benché rare, utili come integrazione retrospettiva degli strumenti catalogici oggi disponibili a scala nazionale. Pertanto una tale linea di ricerca, come strumento di lettura e comprensione delle dinamiche territoriali, riveste importanza nell’ambito della Geomorfologia e Geologia ambientali intese come strumento primo della pianificazione territoriale